Siamo nella seconda settimana di ottobre ed è in corso la normale flessione stagionale dei volumi produttivi dello stabilimento. Finora, oltre a spostare le persone tra reparti in base al carico di lavoro previsto nelle diverse aree, l'azienda ha gestito il calo con il mancato rinnovo di parte dei contratti di lavoro a tempo determinato/interinali e 1 o 2 giorni di flessibilità negativa in alcuni reparti. Da qui a fine anno è plausibile che l'azienda utilizzi gli stessi strumenti, ma la scelta in quale misura applicarli è condizionata da più fattori. Se, da un lato, l'aumento delle giornate di flessibilità negativa ridurrebbe la capacità produttiva globale consentendo di prorogare qualche contratto in più tra quelli in scadenza a breve, dall'altro lato è ovvio che per recuperare un debito di negativa molto più alto servirebbero molti più sabati (di flessibilità, non certo di straordinario incentivato) da effettuare nel periodo di picco produttivo. Ulteriori incognite vengono dal contratto integrativo in fase di rinnovo poichè uno dei temi maggiormente in discussione è la flessibilità: non è escluso che si abbiano modifiche anche alla durata dei relativi piani e questo al momento non dà certezza sul tempo effettivo a disposizione per il recupero del debito.
Ad oggi, comunque, non vi sono ancora decisioni su ulteriori giornate di flessibilità nè su quali aree saranno coinvolte dalle eventuali fermate; inoltre, siamo in attesa che venga discusso il calendario ferie invernali, il quale di norma dovrebbe essere pianificato appunto entro il mese di ottobre.
Emilio Bez
(Coordinatore Uiltec
Luxottica Agordo)
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